I praticanti del Falun Gong in Italia hanno manifestato davanti all’ambasciata cinese a Roma e davanti al Parlamento italiano, per chiedere la fine della persecuzione iniziata in Cina il 20 luglio di 21 anni fa.
Politici di diversi partiti sono intervenuti a Piazza Montecitorio per aiutare ad aumentare la consapevolezza sulla brutale persecuzione.
La Falun Dafa (o Falun Gong), è un’antica pratica di meditazione che si basa su tre principi guida: verità, compassione, tolleranza. Si è diffusa rapidamente in Cina negli anni 90’ grazie ai suoi effetti benefici sulla salute e non solo.
Tuttavia, nel 1999, il Partito Comunista Cinese, ha considerato questa pacifica disciplina una minaccia al suo potere e alla sua dottrina dell’ateismo e del materialismo. Da qui il via alla repressione che continua ancora oggi.
Il China Tribunal di Londra, ha sentenziato lo scorso marzo che il regime cinese sta portando avanti da anni e su larga scala la pratica del prelievo forzato di organi da prigionieri di coscienza (per la maggior parte dal gruppo spirituale del Falun Gong, ma anche da uiguri e buddisti tibetani), ha accusato la Cina di crimini contro l’umanità e ha esortato la comunità internazionale ad agire.
Pechino ha speso ingenti risorse economiche del Paese per questa persecuzione, e per portare avanti una massiccia propaganda mediatica di disinformazione sul Falun Gong, con il preciso scopo di fomentare l’odio del popolo cinese verso tale disciplina.